"Dedicato alla notte del 29 giugno 2009". La scritta bianca su sfondo nero proiettata nel pomeriggio del 13 dicembre nell'Auditorium dell'Ospedale Versilia ha aperto l'incontro con l'Associazione dei Familiari delle Vittime della strage ferroviaria di Viareggio, "Il Mondo che Vorrei" Onlus.
I fatti sono noti a tutti: un treno merci che trasporta quattordici vagoni cisterna carichi di GPL transitava a 90Km orari dalla stazione di Viareggio, quando entra in stazione sferraglia e barcolla e successivamente alle 23:48 deraglia a causa della rottura di un assile, si squarcia e sversa il suo carico di GPL che si propaga divenendo una nube gassosa che invade le strade che costeggiano la ferrovia, ne scaturiscono esplosioni ed incendi che generano l'inferno uccidendo 32 persone che riposavano nella tranquillità delle loro case.
Le diapositive scorrono, quasi un abbraccio simbolico dei tanti operatori che quella notte, spontaneamente sono accorsi per mettersi a disposizione per fare qualsiasi cosa ci fosse da fare, qui, in ospedale, in questo che fu il primo luogo che accolse le vittime nella notte del 29 giugno e che oggi per la prima volta vede i familiari invitati ad un incontro. "Mai prima abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto" la citazione proiettata ci dice cosa è accaduto quella notte all'Ospedale Versilia; solo grazie al senso di appartenenza di ognuno è stato possibile gestire una maxi-emergenza di tale entità. Chi si è preso cura dei feriti, li ha soccorsi, li ha visti negli occhi ne porterà memoria per sempre dentro di se; la mamma di Emanuela, morta bruciata a 21 anni dopo 42 giorni di agonia, Daniela Rombi, ringrazia per le testimonianze perché "queste ore della mia bimba mi mancavano..." dice.
Proprio l'appartenenza ad una comunità che questi fatti disastrosi hanno diviso in un prima ed in un dopo ci ha portato a trovarci in un pomeriggio prima delle festività: "l'arte dell'incontro", incontrarsi e non chiudersi nel proprio dolore o nell'indifferenza del credere che non ci interessi perché non colpiti direttamente. Si perché se ce lo fossimo dimenticato, le parole di Marco Piagentini che quella notte ha perso la moglie ed i suoi bimbi di due e cinque anni, ci ricordano che questa è una tragedia dove c'è la responsabilità umana, una tragedia evitabile, annunciata da fatti analoghi avvenuti prima e che continuano a verificarsi e che solo per puro caso non hanno avuto conseguenze così nefaste. Una strage causata da amministratori che guardano al risanamento dei bilanci e non alla sicurezza per chi lavora e per i cittadini; non si può accettare che si preferisca risarcire le perdite piuttosto che investire in sicurezza. Non lo possono accettare i familiari, così duramente colpiti ma non dobbiamo neanche noi, in ogni ambito lavorativo, ribadiscono anche gli intervenuti.
E' presente in sala il pm dr. Salvatore Giannino e sua moglie, uno dei due pm che hanno condotto il processo sulla strage di Viareggio, lo ringraziano i familiari, lo ringraziamo tutti e ne siamo onorati: la sua presenza testimonia come si possa portare avanti il proprio compito per l'accertamento della verità con serietà e giustizia. Il processo di primo grado si è chiuso il 31 gennaio scorso con una sentenza di condanna anche per gli ex dirigenti di RFI e Trenitalia. La sentenza dimostra che il sistema di sicurezza non funziona, come dicono i familiari, i ferrovieri, i cittadini oramai da più di otto anni.
C'è poi stata la presentazione del libro "I treni non esplodono": è una raccolta di testimonianze di chi ha voluto raccontare i fatti di quella notte, il capostazione che ha fermato due treni che stavano per arrivare e che sarebbero andati a scontrarsi con il treno deragliato, i due macchinisti che conducevano il treno che per primi hanno dato l'allarme subito dopo il deragliamento, i pompieri che sono intervenuti dopo la deflagrazione, la mamma di Emanuela, il fratello di Andrea, gli zii delle sorelle Ilaria e Michela e molti altri. Un accorato e lucido resoconto di fatti inenarrabili. Chi fosse interessato può acquistare il libro presso la sede Cral oppure prenderlo in prestito alla biblioteca dell'Ospedale Versilia.
Infine il cortometraggio "Ovunque proteggi", ascoltiamo la testimonianza degli autori che ci raccontano come sia stato realizzato nella condivisione con i familiari di ciò che è avvenuto negli anni successivi alla strage; di come madri, padri, fratelli, sorelle, figli e amici hanno trasformato il loro intimo dolore in una battaglia di civiltà per tutti. Non si può descrivere a parole quello che le immagini ed i suoni ci hanno fatto rivivere. Questo cortometraggio sta facendo il giro dell'Italia insieme ai familiari ed ai suoi autori, auspicando che da ogni incontro possa uscire anche una sola persona che inizi il cammino accanto ai familiari per la sicurezza in ogni luogo.
Ringraziamo in primis l'Associazione "Il Mondo che Vorrei" e tutti coloro che hanno dato il loro contribuito in questa giornata di altissimo livello, chi non era presente ha perso un'occasione di ascolto e di riflessione davvero importante ed auspichiamo che si possano ripetere altri incontri in futuro.
Il Consiglio Direttivo del Cral Versilia